La luce in fondo al tunnel

“Vennero dense tenebre su tutta la terra”…
Il calare delle tenebre è riportato nei vangeli poco prima della morte di Gesù. E questo episodio richiama l’altra Pasqua, l’altro passaggio, quello degli ebrei dalla schiavitù in Egitto alla libertà. Nel libro dell’Esodo, infatti, troviamo la piaga delle tenebre per il popolo oppressore: “Vennero dense tenebre su tutta la terra… Non si vedevano più l’un l’altro e per tre giorni nessuno si poté muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti c’era luce là dove abitavano…” (Esodo 10,22-23).
In questi giorni di vita e di morte, a molti sembra di vivere un periodo buio della propria storia. Ma il buio non è per tutti: il popolo ebreo vedeva la luce nelle proprie case; quando Cristo è in croce ci sono, sì, le tenebre ma esse cessano nel momento in cui egli muore: c’è una svolta nella storia del mondo, segno che non camminiamo più nelle tenebre.
A un certo punto della loro storia, gli ebrei vengono deportati in esilio. Questo evento buio, drammatico, raccontato anche nella Bibbia ha fatto sì che il popolo riflettesse su se stesso, sui propri errori, sulle proprie scelte e questo è stato il tempo in cui proprio la mancanza (di strutture, istituzioni, libertà) ha portato il popolo a immaginare come voler essere. È stato il tempo in cui sono state elaborate e scritte molte parti della Bibbia. Nelle leggi che si è dato questo popolo ha voluto, allora, rappresentarsi come una comunità di fratelli, legati da vincoli di solidarietà soprattutto nei confronti delle fasce più deboli della società. Dal buio si esce con l’amore, con la solidarietà.
La morte in croce di Gesù e la sua resurrezione ci insegnano che la morte sembra vincere la vita ma essa viene sconfitta dall’amore.
L’annuncio di Pasqua che fra un poco ci sarà ci fa gridare che Cristo ha vinto la morte, che niente e nessuno ci può separare da quell’amore. Questo annuncio accade quando ancora siamo separati gli uni dagli altri per dare all’altro una possibilità maggiore di vita.
Anche noi, come il popolo ebreo, ripensiamo che tipo di società vogliamo essere, impegnandoci con amore a una vita solidale, non solo con i nostri familiari e conoscenti ma proprio con tutti, poveri, emarginati, allarghiamo sempre più la nostra solidarietà, quella che già stiamo agendo con il nostro restare in casa. Piccola gemma di questa Resurrezione che avviene già nella nostra storia, è per me la scelta del Portogallo di regolarizzare molte persone, perché sempre più persone possano partecipare del bene comune, di ospedali e cure mediche.
Allora, in questo tempo molti attendono e sperano di poter scorgere la luce in fondo al tunnel… Come però ci ricorda padre Maggi, Gesù Cristo, luce del mondo, chiede a noi di essere a nostra volta luce del mondo. Chi è e ha la luce, non aspetta la luce in fondo al tunnel, ma fa splendere la propria, per sé e per gli altri, con la certezza che la luce splende e vince sempre sulle tenebre (Gv 1,5). E per quanto possano essere fitte le tenebre, questa luce illumina, riscalda e guida… Perché in qualunque situazione siamo, l’oggi della Chiesa, e di noi, persone che credono, è sempre Pasqua.