Economia di giustizia

Racconta il maestro Haim Baharier  che nel libro della Genesi si legge che “Dio creò 2 grandi luminari: quello grande per illuminare il giorno e quello piccolo per la notte.”… Attenzione: ma non si è appena letto che erano tutti e 2 grandi?

La Bibbia non spiega. Ma la tradizione ebraica nel Talmud continua il racconto.
La luna aprì gli occhi, si svegliò a sé e disse al Creatore: due re e una corona (come dire, non va bene questa cosa, siamo grandi uguali ma chi è il capo?) E allora il Creatore rispose: Hai ragione, va e rimpicciolisci.

La luna ci rimase male e disse: perché ho detto una cosa corretta devo diminuire?

Il Creatore le disse per consolarla: coraggio, tu sei dinamica, cresci e cali,  sei lo sviluppo…ma la luna rispose: non mi interessa crescere, io voglio essere grande (o si è grandi o non si è niente in questo mondo).

Ma tu sei grande – le disse il Creatore – tu sei sempre presente, sei presente anche di giorno, il sole non è presente di notte, tu invece compari anche di giorno…

Ma cosa serve un piccolo lume a mezzogiorno? – rispose la luna.

Alla fine il Creatore disse: capisco che non vuoi una consolazione fittizia.

È vero, la situazione è questa. Il Creatore non cambia il corso delle cose, ma riconosce l’ingiustizia.

Questo il racconto.

Forse il racconto ad un primo sguardo ci sembra dire l’ovvio: nel mondo ci sono le ingiustizie.

Invece no. Il racconto dice qualcos’altro.

L’ingiustizia fondamentale esiste. Io nasco in occidente, tu in terre depredate e di guerra. Questa è un’ingiustizia.

Il Creatore e la luna, però, usano due verbi simili ma non uguali. Il Creatore parla di rimpicciolirsi. La luna comprende solo il diminuire. Rimpicciolirsi e diminuire non sono la stessa cosa.

Diventare più piccolo non significa diminuire di valore (o di valori). Esiste un modo di fare un passo indietro, di creare spazio per l’altro, senza togliere nulla del proprio spazio. Questo è il rimpicciolirsi. Grandezza e precarietà costituiscono il modus vivendi dell’uomo responsabile, che è costretto moralmente a indietreggiare, a fare quello che mi sembra un’ingiustizia, ma che è economicamente giusto, ossia ristabilire una pari dignità laddove c’è una disuguaglianza costitutiva

Dare spazio all’altro. Anche e soprattutto economicamente. Forse bisogna creare categorie psicologiche spirituali ed emotive diverse dentro di noi perché ciò avvenga.

La questione della giustizia era il tema della celebrazione ecumenica svolta qualche giorno fa, pregando insieme per l’unità dei cristiani.

Questa ingiustizia fondamentale è la leva dell’umanità. Allora si può capire che il diminuire, il rimpicciolirsi sia fondamentale. Uno deve rimpicciolire senza diminuire, restando grande. Posso cedere, non concedere, ma retrocedere senza soffocare per mancanza di spazio.

Il rimpicciolirsi, il cedere spazio all’altro, allo straniero, può svolgersi senza drammi, senza diminuzione di dignità e di possesso. Io non do quello che credo di avere, ma cedo indietro quello di cui sono responsabile. In questo modo, l’altro è legittimato a prendere.

Perché non possiamo essere tutti grandi, grossi, ricchi, sfruttatori delle risorse del nostro Paese e di quelle degli altri…. Così non funziona più. Questo sarà il lavoro degli economisti che hanno il compito di trovare un’economia di giustizia, che ci aiuti a cedere posto all’altro con pari dignità.

E nel piccolo? Nel piccolo il maestro Baharier  racconta che nel carrello della spesa ha sempre qualcosa per chi non ha, come monito a se stesso e perché una piccola banconota tolta dal portafoglio gonfio, non sgonfia il portafoglio. In Israele tutti al venerdì nei supermercati hanno nel carrello 2 o 3 generi che vengono messi a disposizione dei poveri. Ma – precisa – non è carità perché nel carrello c’è la mia spesa e c’è qualcosa che non è mai stato mio. Come dice il Talmud: dài pane a chi te lo chiede, perché può darsi che i tuoi figli un giorno ne abbiano bisogno.

Ma fanno economia di giustizia anche, per esempio, certi piccoli imprenditori che si battono per sopravvivere e far sopravvivere gli altri, che non delocalizzano per il solo proprio profitto, visione molto corta dell’economia che impoverisce tutti e tutto intorno a sé.

Ognuno di noi può paragonare questa situazione attuale sociale ed economica come il rapporto tra un primogenito e un secondogenito. Il primo si sente defraudato del suo spazio e deve imparare a accogliere il secondo senza traumi, il secondo si vive sempre come se dovesse giustificare la sua presenza e dovrebbe fare da formatore al primo rassicurandolo: ti giuro non ti rubo nulla!

Il Creatore ha ammesso l’ingiustizia. Sta alla Luna ora giocarsi bene questo riconoscimento.

Però si dice che ogni mese, nel momento della luna nuova nel tempio d’Israele venisse portato un sacrificio particolare per espiare le colpe profondissime di ognuno, quelle di cui non si era neppure a conoscenza  Questo sacrificio, spiegano i cabalisti, in realtà era il sacrificio del Creatore per  aver creato.