Dio non ci soffia il naso

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17 British library cleansing of the temple
Description: Jesus in the temple expelling the money-changers, the sheep and the oxen.
Title of Work: The Gospel of John; Discourse of John Chrysostom and Miracles of the Blessed Virgin Mary.
Author: –
Illustrator: –
Production: 17th century
Language/Script: Ethiopic / –

Oggi abbiamo una lettura piena della misericordia del Signore e un vangelo dove Gesù va su tutte le furie!
Vorrei allora spiegarvi brevemente il vangelo e già si sente dall’inizio che il tono è polemico: “Si avvicinava la Pasqua dei giudei”. Strano, si è sempre chiamata nella Bibbia ‘la Pasqua del Signore’. Come mai Giovanni adopera, ‘la Pasqua dei Giudei’? Per ‘giudei’ in questo Vangelo non si intende il popolo, ma si intendono i capi del popolo, quindi i sommi sacerdoti, tutti coloro che detenevano un potere. Ebbene per l’evangelista la Pasqua, la festa della liberazione, non è più la festa del Signore, la Pasqua del Signore, ma è la festa di coloro che detengono il potere. Le feste liturgiche sono uno strumento in mano alla casta sacerdotale per sfruttare in nome di Dio la gente.
Vedete, per prepararmi alla celebrazione tengo il vangelo come meditazione della settimana.
Martedì ero all’ospedale italiano da Paolo, in presenza della moglie abbiamo dato l’unzione degli infermi, abbiamo fatto proprio un bel momento, poi la moglie mi ha fermato e alla fine mi sono fermata 1 ora e 1/2. e il parcheggio era pagato solo per un’ora. E ho preso la multa.
Subito mi è venuto da andare dalla polizia e chiedere se era possibile che me la togliessero spiegando la situazione ma… non potevo di fronte a un vangelo del genere, non potevo pensare che quello che faccio valga di più di qualsiasi altra attività di una persona, non potevo pensare di cercare di farlo valere. La mia posizione consiste nel pregare sempre di più anche per voi che avete meno tempo di me, di benedirvi ogni giorno e ricordarvi ogni sera ed essere a servizio e non essere privilegiata.

Gesù va nel tempio e non trova gente che prega, ma trova un grande traffico, trova gente che vende buoi, pecore, colombe e i cambiamonete. Allora, scrive l’evangelista, Gesù fa una frusta di cordicelle. Questa immagine a chi conosceva le Scritture faceva pensare subito al messia, che avrebbe dovuto fustigare i peccatori. Ecco Gesù invece non si mette a cacciare i peccatori, quelli che sono esclusi dal tempio, quelli che non ci possono entrare perché impuri, ma butta fuori chi deteneva il potere nel tempio.
E cacciò tutti dal tempio ….
prima abbiamo visto l’evangelista ci presenta questi animali in ordine di grandezza, i buoi, le pecore, le colombe – ma Gesù se la prende solo con i venditori di colombe. Infatti solo a loro Gesù dice: “portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato”.
Perché Gesù se la prende proprio con i venditori di colombe? Perché era l’animale che potevano offrire i poveri perché costava meno. Gesù non tollera che i poveri vengano sfruttati in nome di Dio.
E dopo c’è un gioco di parole. Il tempio in greco si dice IEROS, cioè tutta l’area sacra ma Gesù non usa quella parola. Dice distruggete questo NAOS, questo santuario, che era il luogo nel tempio, la stanza in cui vi era per gli ebrei la presenza di Dio, la casa di Dio.
Quindi Gesù dice “distruggete questo santuario, questa presenza di Dio (che è lui, è il suo corpo) e in tre giorni lo farò risorgere. Ovviamente gli altri non capiscono.
Con Gesù non serve un tempio. Con Gesù Dio non chiede offerte, è lui che si offre.
Infatti a Messa noi non offriamo nulla, ricordiamo l’offerta di Gesù.
E con Gesù il luogo della presenza stessa di Dio è l’essere umano.
Questa la spiegazione del testo.
E per noi, ora, cosa offre questo testo?

  1. Gesù mette in contrapposizione: o il tempio è casa di preghiera o è un covo di briganti. Non ci sono posizioni intermedie. Gesù non scende a compromessi: caccia fuori. O, qualche volta, fa di peggio: esce Lui. Non è detto che quando la sua Casa è piena di gente, sia necessariamente presente il Padrone di Casa. “Non possiamo dire che quando andiamo in chiesa, anche Dio ci viene. A Gesù non importa “contare”, e non importa perdere i “fedeli” se sono solo
    contabili o commercianti spirituali.
  2. L’altro punto è
    Qual è il mio mercanteggiare con Dio? Io so che voi siete molto più evoluti di questo tipo di cristiani che dice:
    Se la mia vita funziona e le cose vanno come vorrei io, Dio è buono.
    Se invece le mie cose vanno male, allora Dio non esiste. O se esiste è sadico
    Ma tanti la pensano ancora così: io so qual è la mia felicità, lui, per cortesia, Dio si adegui.
    Io sono al centro e sono misura di ogni cosa. Se Dio c’è dovrebbe occuparsi di me. E io prego per convincerlo ad esaudirmi.
    Sapete, c’era un maestro buddista che amava raccontare questa storia
    Un uomo lasciò al mercato, incustodita una bicicletta nuova fiammante e andò a fare le sue spese. Si ricordò della bicicletta solo il giorno dopo… e si precipitò al mercato sicuro che fosse stata rubata. La bicicletta era esattamente dove l’aveva lasciata. Sopraffatto dalla gioia si precipitò in un tempio vicino a ringraziare Dio per aver custodito la sua bicicletta… solo per scoprire, uscendo dal tempio, che la bicicletta non c’era più!
    è un po’ brusco da dire però Dio non mi soffia il naso, mi spalanca l’anima.
    Purtroppo a volte Dio lo fa attraverso il dolore, non certo procurato da lui, ma a volte sembra non proteggerci da esso, o ci sono difficoltà da attraversare di cui non si vede il senso.
    Pregare Dio non cambia le cose a volte ma cambia gli occhi, è quell’azione che modifica il TUO cuore.
    Allora conoscere Dio, come conoscere un’altra persona è questione di gratuità. Ti apri e conosci gratuitamente senza tornaconto. Così nascono le relazioni più belle. Se no è una relazione di interesse! Io prego a patto che tu realizzi TUTTI i miei desideri. Io sto con te o sono tuo amico se tu realizzi i miei desideri. Ma l’esistenza non è questione di affari: è, e non può che essere, una ricerca di felicità. Che le cose promettono e non mantengono. È solo nel dare e nel ricevere amore, nel dare e ricevere gratuitamente che si misura la felicità della vita.
    In questo tempo di quaresima, tempo di pulizia per far spazio al nuovo, guardiamo dentro di noi e nei nostri rapporti e stiamo attenti a non dar spazio al commercio interiore e diamo spazio alla gratuità.