Padre nostro: cambia il testo, non le teste

Padre nostro

La Chiesa cattolica in alcune lingue cambierà alcune parole del Padre nostro. Questo ha scatenato diversi malumori soprattutto nella Svizzera Romanda. Da anni in francese la chiesa cattolica, riformata e cattolica cristiana recitano ogni domenica le stesse parole del Padre nostro, un piccolo passo verso l’unità. Ora questa decisione unilaterale fa saltare questa unità raggiunta.
Per ora la versione tedesca (und führe uns nicht in Versuchung) sembra non cambiare.
E in Ticino? Ovviamente il Ticino si conferma una terra un po’ frammentata. Ognuno recita una versione diversa. Per le chiese in Ticino potrebbe essere l’occasione per interrogarsi e provare a trovare un possibile accordo. Con la Chiesa riformata e battista si cercherà di discutere insieme a gennaio durante incontri aperti alle comunità per vedere quale strada intraprendere.
Ma qual è la frase incriminata?
“e non indurci in tentazione” che traduceva il latino et ne nos inducas in tentationem che a sua volta traduceva il greco (lingua originale dei vangeli) verrà cambiato in
“e non abbandonarci alla tentazione”.
Per amore di unità io accetterei questa traduzione se fosse un impegno comune di tutte le chiese.
Quello che però penso realmente è che in italiano la direzione non va verso il tradurre meglio il greco ma nel dare un’interpretazione in modo da scusare Dio dall’accusa che sembra fare questa frase: Dio ci tenta.
Il verbo greco εἰσφέρω però vuol proprio dire “fare entrare, introdurre, indurre” e non abbandonare.
Non è tradotto male il verbo, è tradotto male quello a cui si riferisce. Non si parla di tentazione ma di prova (questa è la traduzione corretta a prova di tanti vocabolari e commentari). Allora basta parlare di tentazione, parola che riguarda sempre questo concetto di peccato che deve opprimerci continuamente secondo una certa visione di cristianesimo che non sembra mai aver incontrato Gesù di Nazaret. Si parla di prova e le prove nella vita le abbiamo tutti (anche quando Gesù va nel deserto viene messo alla prova) e non c’entra il peccato, c’entra la condizione umana di fatica, di limite, di mortalità.
Allora la frase corretta a mio parere sarebbe non farci entrare nella prova, cioè la stessa cosa che ha chiesto Gesù prima della Passione, se puoi Signore allontana da me questa prova, se puoi risparmiamela.
Ecco qui.
Dal momento che dobbiamo stampare il nostro messale in italiano dobbiamo decidere quale versione del Padre nostro tenere nella liturgia:
non indurci in tentazione
non abbandonarci alla tentazione
non farci entrare nella prova
non esporci alla tentazione ( versione scelta dalla chiesa valdese italiana)
….
Aspetto le vostre domande e i vostri suggerimenti.