Bibbia e gender: scusate lo sfogo

Quando ci sono questioni grosse, che riguardano l’esistenza delle persone, la loro serenità, i loro diritti civili, la Bibbia è la prima cosa che viene fatta a pezzi.
Illustri signori spesso senza istruzione teologica per interessi politici fomentano e si appellano a versetti biblici per impedire ad altri di vivere serenamente la propria vita.
La battaglia dei versetti è una cosa che non mi è mai piaciuta. Perché ad ogni versetto puoi trovare il suo opposto.
La cosa che più mi fa arrabbiare è che, ad esempio, nessuno legge di getto la Divina Commedia perché difficile e piena di allegorie e perché è antica e va interpretata.
La Divina Commedia è del 1300, quindi ha 700 anni ed è in italiano.
La Bibbia sono una serie di libri, quelli più recenti, in greco, hanno 2000 anni e quelli in ebraico ne hanno 3500.
Chiunque, però, prende una traduzione in italiano o in inglese, legge un versetto e da lì giudica il mondo. E non c’è possibilità di dialogo: tu parli da esperto del settore e l’altro ti risponde: “non mi interessa, PER ME è così”. Mi chiedo sempre se quando devono operarsi ritengano la competenza di un chirurgo o la propria la stessa cosa.
Questa ignoranza delle Scritture purtroppo si ritrova anche in molti addetti ai lavori nelle varie Chiese.
Punto di partenza
La Bibbia per chi crede è testimonianza dell’amore di Dio per noi. Quindi:
1) si può leggerla alla luce di questo Amore per comprenderla
2) oppure si può leggere (senza interpretare, senza contesto) le singole parole scritte per decidere cos’è l’amore e cos’è degno di esistere
Un grande messaggio della Bibbia è che Dio sta sempre dalla parte del più debole.
Anzi, li sceglie proprio così: Mosè che deve guidare il popolo e liberarlo è balbuziente, non lo chiama da giovane per farne un grande condottiero ma quando ha già 80 anni e molte delusioni sulle spalle; Giacobbe per cambiar nome e diventare Israele deve diventare zoppo; Davide è il più piccolo dei figli; nei patriarchi tra il primo figlio, forte e promettente e il secondo gracile e meno visto, Dio sceglie sempre il più debole. Dove c’è la debolezza riconosciuta, c’è spazio per accogliere Dio e il suo agire. Per lasciar fare a Lui.
E Gesù? Non dice molto sulla questione gender. Dice però che non ci saranno mariti né mogli nel Regno perché la determinazione sessuale non avrà più importanza.
Chi lo segue deve farsi eunuco per il Regno, castrato.
E negli Atti degli Apostoli leggiamo che il primo battezzato cristiano sarà un eunuco, di nuovo un castrato, un indeterminato.
Paolo dirà non c’è più giudeo né greco né uomo né donna ma Cristo in tutti.
Davvero vogliamo limitare Dio?
La sessualità è un qualcosa che riguarda una parte della creazione nello spazio e nel tempo, la Bibbia parla anche di altri esseri (detti angeli, cioè messaggeri) che non hanno un’identificazione sessuale specifica essendo spiriti. E a chi si appella ai versetti della Genesi dove si dice “maschio e femmina li creò” per affermare che si è vincolati al sesso di nascita va ricordato che il primo capitolo della Genesi è la cosiddetta creazione spirituale. Per la tradizione rabbinica è la creazione dell’essere umano dal punto di vista spirituale: l’essere umano, il terrestre (adam), è in sé spiritualmente sia uomo che donna, poi nel capitolo successivo verrà separato sul lato (lato e costola sono la stessa parola). Essere a immagine di Dio maschio e femmina significa che Dio è relazione, che noi cresciamo solo attraverso le relazioni, che la diversità da me mi interroga ed è il limite nel quale posso incontrare la presenza divina.
Il pensiero greco ci fa pensare a Dio come a colui che crea una perfezione da non toccare. Se nasci maschio resti maschio, se nasci femmina resti femmina. Nel pensiero ebraico invece si osserva che Dio crea tutto un po’ “imperfetto”, perché ci sia spazio per l’opera umana: crea il grano ma non il pane, crea la vite ma non il vino. Questo è visibile anche nel corpo dell’essere umano. Ed è a questa luce che loro vedono la circoncisione. Secondo il loro pensiero, Dio crea l’uomo con un pezzetto in più, con un difetto da modificare. Quindi la circoncisione non è una mutilazione bensì togliere un difetto.
Se vi diranno che la Bibbia proibisce il vestirsi da uomo o da donna se non lo si è, sappiate che questa norma non riguarda il sesso ma la mescolanza: è all’interno delle norme per il popolo ebraico in cui si afferma, ad esempio, che non si possono indossare vestiti di cotone misto lino, ecco, ha questo stesso peso morale. Riguarda la mescolanza e non l’identità sessuale.
E comunque se giochiamo ad adattare i versetti, Gesù ha detto di non preoccuparsi di ciò che indosseremo…
La cosa più importante
Ogni persona è dono ed è irripetibile e le persone transgender, ancor più delle persone omoaffettive, sono costrette fin da subito nella vita a interrogarsi, a spostarsi dalla strada precostituita dalla società e a domandarsi chi sono realmente, cosa sono chiamati ad essere. Hanno la possibilità di uscire dal sonno che domina questa società, di prendersi in mano e trovare il senso, hanno la possibilità di divenire persone profonde e coscienti e più ricche interiormente della media. E così, quello che gli altri vedono come limite e come anomalia, è invece la loro possibilità di essere persone ancora più ricche e più felici della media delle persone. Incontrano notevoli difficoltà ma si può guadagnare una ricchezza interiore, uno spessore che altri non hanno. E così, quella che doveva essere una debolezza diventa la ricchezza più grande. E questo è il messaggio che troviamo in tantissimi racconti biblici.
I peccati sessuali
Eppure tanti miei colleghi si accaniscono sui peccati sessuali e su questo le Chiese hanno mentito a lungo. Una grande menzogna, ora rettificata, purtroppo solo recentemente, è ad esempio, aver voluto identificare Maria di Magdala con la donna peccatrice. Diffamazione voluta da papa Gregorio Magno perché Maria di Magdala, la prima che aveva visto il Risorto, era stata a capo, con Giovanni, delle comunità asiatiche e la sua figura contrastava il tentativo di affermare il primato della cattedra di Pietro. Questione di potere insomma.
L’altra grande menzogna è su Sodoma e Gomorra da cui la parola sodomiti. Qual è il peccato di Sodoma? Lascio rispondere la Bibbia. Dice il profeta Ezechiele: “Questa fu l’iniquità di Sodoma: lei e le sue figlie vivevano nell’orgoglio, nell’abbondanza del pane e in una grande indolenza, ma non sostenevano la mano dell’afflitto e del povero” (Ez 16,49-50)
Lo stesso Gesù, nell’unica “battuta” in cui cita Sodoma (e Gomorra), sembra aderire a questa interpretazione: quando manda i discepoli in missione, dando loro una serie di raccomandazioni, dice loro:
“Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città” (Mt 10, 12-15).
A Sodoma dunque erano ricchi, avevano un gran bel tenore di vita e non volevano stranieri in casa propria perché questo poteva abbassare il loro tenore di vita. Questa è l’interpretazione tradizionale ebraica. Che strano che l’interpretazione corretta non venga mai predicata nelle chiese. Magari nelle università sì, ma che non venga mai detto ai fedeli!
È ora di smettere di usare i testi sacri per far dire loro cose che non dicono e tenere le persone nell’ignoranza, non aiutarle nella ricerca personale.
Ed è ora che chi si occupa di fede e di cammino spirituale studi un po’ di più e soprattutto ascolti e si interroghi, chiedendosi sinceramente: Ho custodito TUTTI quelli che mi ha dato? (cf Gv 17,12)