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Le Chiese hanno ancora qualcosa da dire?

DIMENSIONATE 3

Sembra che il destino delle Chiese sia quello di diventare irrilevanti nella vita sociale e nella vita personale. Pochi fedeli, poche vocazioni, Chiese che lamentano il fatto di non essere più guida della società.
Sembra essere finita l’era cristiana in Occidente. Sì, perché anche se spira un vento che sembra rivolto al passato e ci si appella in modo disinvolto e perentorio alla parola di Dio, questo Dio invocato non nasce da una ricerca spirituale, da una ricerca di verità bensì di sicurezza: in un mondo complesso che si fatica ad affrontare si torna a ciò che non costa sforzo e dà pacificazione psicologica.
Ma la parola di Dio è sempre stata trasmessa attraverso parole umane e per questo occorre un ascolto certo non categorico, ma interrogativo, mai definitivo per trovare il filo di luce che è la parola di Dio dentro l’involucro di parole umane. Paolo di Tarso, ad esempio, non ha colto la contraddizione tra la novità di Cristo e le strutture schiaviste del tempo, cosa che noi oggi avvertiamo lesive della dignità umana. La forza dirompente della parola di Dio è stata compressa dai limiti di Paolo, che pur esprimendo parole liberanti non è riuscito a coglierne le conseguenze sul piano sociale. Questo vale anche per il rapporto uomo-donna.

Proprio perché la parola di Dio ci è consegnata in questi vasi fragili di parole umane è necessario un lavoro di scavo, di purificazione e di continua problematizzazione.
Inoltre troppo spesso le Chiese hanno predicato quasi esclusivamente il tema della potenza di Dio nel mondo, per cui tutto ciò che avviene è voluto da Dio e determinato da lui. Dio è pensato in termini di potenza oltre i limiti dell’umano: dove l’umano non arriva con le proprie forze a dominare il mondo (sconfitta, malattia, morte), lì arriva Dio. Questo Dio però ora non ha più nulla da dire di fronte al progredire della scienza e all’appagamento pubblicizzato dalla società consumistica.
Siamo così di fronte, almeno in ampia parte dell’Occidente, a un cristianesimo sopravvissuto a se stesso e svuotato. Ma questo Dio, dice Bonhoeffer non è il Dio della Bibbia. Dio in Gesù non si è manifestato come il Dio della potenza, ma come il Dio che si rivela proprio nell’impotenza della croce, nella sconfitta. Quello che noi contempliamo di Dio in Gesù è lo stile di Dio nel mondo. Dio agisce nel mondo ma occultandosi, è presente nella storia umana in quanto rende capace l’umano di fare storia.

Che Dio si nasconda, che confonda la sua voce dentro le voci della città umana è la condizione di possibilità perché la storia sia davvero storia di un umano adulto, maggiorenne.
Forse allora è bene che venga superato questo tipo di racconto di Dio, i cui ministri si autonominano intermediari a suo nome e guide per gli altri.
In fondo cambierebbe qualcosa nel mondo se il vangelo cessasse di essere annunciato?
La risposta è: sì, profondamente. Viviamo in una cultura della guerra, della tensione continua, sociale e tra nazioni e questa tensione viene alimentata ad arte. Vivere in questa modalità significa che c’è sempre una guerra da combattere, un posto da prendere, una persona da colpire. Vivere il regno di Dio significa che c’è sempre uno straniero da accogliere, un vicino da ascoltare, un nemico da amare.
Abbiamo ancora bisogno di senso per la nostra vita e abbiamo bisogno di cercarlo insieme. Se le Chiese riescono ad andare oltre l’essere istituzione per aprirsi alla profezia, alla vita, alla reale compassione possono ancora rendere presente l’amore di Dio nel mondo.
La ricerca di senso è il centro della vita, più della felicità. Non possiamo essere felici sempre, costantemente come la società attuale ci illude rendendoci così ancora più frustrati ma possiamo sempre dar senso al nostro esistere.
Ciò con cui Dio ci ha realmente benedetti è la vita, la libertà e la ricerca del significato. La felicità si insinua nella nostra vita mentre siamo impegnati a vivere una vita piena di senso.
Sul cercare insieme il significato della nostra vita le comunità cristiane, o meglio cristiche, cioè che cercano di accogliere la presenza divina tra loro e di essere presenza divina nel mondo, hanno ancora qualcosa da dire e il Cristo da annunciare.