Tempo di Passione

Dalla 5a Domenica di Quaresima (domenica della Passione) la sofferenza di Gesù viene enfatizzata e posta al centro delle funzioni religiose. Pertanto questa parte di tempo di preparazione al triduo pasquale viene chiamato anche tempo di Passione. Quindi nelle chiese è utile coprire con teli (semmai adeguatamente ornati) le immagini che raffigurano Cristo in gloria fino a Sabato santo compreso e riprendere l’antica tradizione dei cosiddetti panni della fame.

Sembra meno plausibile la tradizione di velare i crocifissi fino alla liturgia della Passione del Venerdì santo; la venerazione della croce del Venerdì santo può essere fatta con un crocifisso solennemente portato dentro non velato.

Domenica delle Palme

Palmblatt

La 6a domenica di Quaresima si chiama Domenica delle Palme a causa dei rami di palma con cui molte persone salutavano Gesù come re, quando entrò in Gerusalemme cavalcando un asino. Questo saluto viene parzialmente ripetuto: rami sempreverdi, come di agrifoglio o di bosso o rami d’ulivo sono benedetti durante la celebrazione eucaristica e distribuiti ai festeggianti che poi con i rametti nelle mani cantano a Cristo, re della pace, un inno di lode e ascoltano il vangelo del suo ingresso. I rami sono portati a casa e messi dietro ad una croce o un’icona e tenuti in custodia per tutto l’anno.

La settimana che va dalla domenica delle Palme fino alla domenica di Pasqua è caratterizzata da una intensità particolare: la liturgia di questi giorni riprende le vicende eccezionali di questa settimana fatidica, al cui inizio Gesù entra in Gerusalemme e alla cui fine si annuncia il messaggio pasquale della risurrezione del crocifisso. Quindi è chiamata giustamente Settimana santa. Comprende sia la fine della Quaresima sia la celebrazione pasquale di tre giorni, che passa al periodo pasquale. La parola tedesca “Karwoche” esprime solo l’aspetto del lutto e del lamento (dalla antica parola alto tedesca “kara”).

I testi e canzoni dalla domenica delle Palme fino alla vigilia di Pasqua si trovano in fascicoli particolari. Formano anche il contenuto del secondo volume del attuale libro di canzoni e di preghiere. Qui si danno solo alcuni suggerimenti.

Giovedì santo

Gli eventi liturgici del Giovedì Santo sono molto vari.

La mattina il Vescovo presiede – di solito nella cattedrale e chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo a Berna – una celebrazione eucaristica, nella quale si esprime in un modo particolare la sua comunione con il presbiterio, cioè il collegio dei presbiteri e delle presbitere. Durante questa celebrazione sono consacrati i tre oli santi: il crisma, l’olio degli infermi e l’olio dei catecumeni. Il crisma è usato per la incorporazione sacramentale alla Chiesa, per l’ordinazione episcopale e presbiterale, per la consacrazione di una chiesa, di un altare e delle campane. L’olio degli infermi si usa all’unzione degli infermi; l’olio dei catecumeni per l’unzione prima del battesimo.

Alla messa crismale precede una celebrazione penitenziale, che chiude il tempo di preparazione alla Pasqua: per autorizzazione di Gesù (Gv 20,23; cfr. Mt 16,19; 18,18) il vescovo proclama ai concelebranti il perdono di Dio, che poi i suoi cooperatori nel ministero presbiterale trasmettono alle comunità.

Alla sera nelle parrocchie è celebrata una funzione religiosa, che inizia con la stessa celebrazione penitenziale come si è svolta nella liturgia episcopale del mattino. Dopo l’assoluzione potrebbe iniziare la celebrazione del triduo pasquale, del quale culmine è la celebrazione eucaristica della vigilia di Pasqua. Ciò include alla fine il memoriale del dono del corpo e del sangue di Gesù nella sua morte in croce. E’ però un’antica usanza celebrare una Messa direttamente in memoria dell’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli. Questa è la messa della Cena. Sarebbe anche possibile rinnovare sensibilmente il rituale della lavanda dei piedi, il segno dell’amore di Gesù che serve (Gv 13,1-17).

Messa della Cena

Dopo la comunione della messa della santa Cena viene svuotato il tabernacolo. Il pane consacrato serbato lì – per eventuali comunioni degli infermi – viene portato fuori nel ciborio e la luce perenne spenta. Inoltre l’altare viene “spogliato” dalla croce, dalle candele e dalle tovaglie e da altre decorazioni. Il fonte battesimale e l’acquasantiera sono svuotati. All’inizio del triduo Pasquale la Chiesa e particolarmente lo spazio attorno all’altare (il presbiterio) devono il più possibile apparire spogli come pure devono mancare l’acqua benedetta e il pane come segni del battesimo e dell’eucaristia fino alla vigilia di Pasqua. Portando fuori il ciborio si canta il canto No. 639. Inoltre le campane e l’organo suonano per la ultima volta e tacciono fino a che le campane suoneranno di nuovo per la proclamazione del vangelo di Pasqua durante la veglia e l’organo/la musica d’organo solenne suona di nuovo per la canzone finale “Cristo è risorto” (No. 659 o 668) .