La bellezza nel limite

In questi giorni la società civile ci chiede di limitarci.
Limitare i contatti, limitare i raduni, limitare i viaggi.
Limito me per il bene di tutti.

Ma anche lo Spirito in questo tempo di Quaresima ci chiede di concentrarci sul limite.
Già la parola “limite” ci parla:
se viene da “limes”, è una barriera;
se viene da “limen”, è una soglia.
Il limite è un confine che limita
o una soglia che apre?

Leggiamo nel libro della Genesi:
Dio separò la luce dalle tenebre.
Dio chiamò la luce giorno,
e chiamò le tenebre notte.
E fu sera e fu mattina: primo giorno. ( 1, 4-5)

Fin dall’origine del mondo, la luce pone un limite al buio, il firmamento limita le acque di sopra e quelle di sotto, il sole e la luna sono l’uno limite per l’altro…
Maschio e femmina, nati ciascuno dal lato dell’altro, sono il confine l’uno dell’altro.
E anche Dio si pone un limite: si ritrae per lasciar spazio al mondo.

Dio si ritira in sé. È lo tzimtzum.
tsom, il verbo, significa ‘digiunare’.
Dio ha digiunato in sé, per dare vita,
si è ritirato «come il mare si ritira e libera la terra ferma», Che può fiorire e portar frutto.

Forse, come Dio, possiamo anche noi in questo tempo digiunare, ritirarci, porci un limite, togliere il nostro ego dal centro, per lasciare spazio all’altro, che è diverso da me, perché viva e porti frutto.

Anche la nostra civiltà ha bisogno di digiunare.
Soffriamo di nevrosi da perfezione.
Per questo la nostra cultura ci impone di essere sempre più veloci,
di andare sempre più in alto nella società
e di andare sempre più forte.
Il futuro, invece, è, come sempre, nel limite.
La vita del mondo, come la vita dello Spirito la troveremo nel:
più piano, più profondo, più dolce.

Una breve poesia di un’autrice giudaica, Mary Gales Ryan, commenta così lo zimzum, questo digiunare di
Dio:

Dio in principio si mise da parte,
e così ebbe inizio il mondo.
Questo è il segreto dell’amore:
mettersi da parte.
Se puoi, cerca soprattutto
di metterti da parte.
Chiedi per te
solo un piccolo angolo del tempo.
Metti confini al tuo volere,
e guarda come fiorisce un mondo.