Osare il cambiamento

Il “Tempo del creato” viene celebrato dal 1° settembre al 4 ottobre in un numero crescente di Chiese, in Europa e nel mondo. L’idea originaria risale al 1989, quando il patriarca ecumenico Dimitrios suggerì che il primo giorno dell’anno ortodosso, appunto il 1° settembre, venisse considerato giorno “di protezione dell’ambiente naturale”. Ora le Chiese l’hanno esteso fino al 4 ottobre, festa di Francesco d’Assisi. Il tema di quest’anno, (a lato), è un appello alla conversione dell’economia globalizzata e ad agire per arginare il cambiamento climatico.
Immaginiamo il creato come corpo di Cristo, esattamente come lo siamo noi. Se riusciamo a comprendere di essere parte del corpo comprendiamo il livello di interconnessione profonda che ci lega a tutto ciò che è attorno a noi e insieme a noi in questo viaggio. Il creato è un dono, ma certo è anche una responsabilità, di cui ci verrà chiesto conto.
Occorre pensare ad un sistema economico non più centrato sul profitto di pochi ma sulle necessità di ciascuno/a e dell’ambiente rispettando i tempi e gli spazi della vita che non sono quelli del mercato. Al servizio della vita, dunque, l’economia deve da subito dire dei no (arrivando al boicottaggio) e dei sì diversi da quelli dominanti, e non accontentarsi di relegare la sostenibilità a nicchie di mercato anche certificate che in questi anni non hanno prodotto politiche economiche adeguate.
In questa direzione si colloca la Dichiarazione finale della Conferenza internazionale dal titolo ‘imprenditori credenti: più forti insieme’ svoltasi a Ginevra nel gennaio 2018, promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese e dalla Fondazione Geneva Agape, a cui hanno partecipato 20 associazioni nazionali e internazionali di imprenditori cristiani di oltre 60 Paesi.
La terra e il clima reclamano uno shabbat, un riposo. Tra tutte le misure necessarie, l’invito è a concentrarsi principalmente su due aspetti: la eliminazione della produzione di rifiuti e la sostenibilità delle scelte energetiche.