Matrimonio per tutti?

Al Sinodo dello scorso anno i giovani hanno posto al centro l’argomento del matrimonio per tutti. In Svizzera questo tema è in discussione a livello di commissione par-lamentare. Ma anche dall’Unione di Utrecht viene posto questo tema perché in Germania il matrimonio per tutti è già una realtà e la Chiesa vecchio-cattolica tedesca è chiamata a prendere posizione. Ne parleremo al 151° Sinodo nazionale che si svolge il 14 –15 giugno a Lancy.
Il livello è duplice. Prima di tutto la do-manda è politica. La nostra Chiesa supporta il matrimonio per tutti? Se la risposta è sì, allora c’è da chiedersi se si allarga il sacra-mento del matrimonio a tutte le unioni o se mantenere una differenza. Nella nostra Chiesa c’è una fondamentale accoglienza per chiunque e si celebra il sacramento del matrimonio tra uomo e donna e si benedice l’unione civile di coppie omoaffettive (preferisco usare questa parola perché si tratta di affetti) e questa situazione ha per-messo di conciliare varie visioni. La Chiesa benedice i matrimoni celebrati civilmente e benedice le unioni civili di persone dello stesso sesso e così mantiene una differenza. Quando però a livello nazionale ci sarà l’equivalenza delle unioni, cosa si sceglierà? È un problema teologico ma anche generazionale. Per molte fasce di popolazione è entrato nel linguaggio (e dunque nel pensiero) la parola matrimonio per ogni tipo di unione, in molti paesi d’Europa e anche in Svizzera.
Dubbi
La Bibbia non parla affatto bene dell’omosessualità. Certo, ma non parla bene di tante altre cose, dei crostacei, degli ani-mali con lo zoccolo separato, dei prestiti con interessi, del sanguinaccio eppure in questi casi non ci interessa molto di cosa dice la Bibbia e tutti andiamo in banca e ci lamentiamo che non ci diano interessi alti
per i nostri soldi lì depositati. Al contrario la Bibbia in alcuni brani esalta lo sterminio dei nemici e onora l’uomo con tante mogli e schiavi. Anche in questo caso abbiamo deciso che fosse meglio seguire lo sviluppo della nostra società piuttosto che fermarsi ad una interpretazione letterale della Scrittura e tutti (o quasi) riteniamo la donna pari all’uomo e la schiavitù un abominio. È ovvio che per un popolo piccolo, come quello ebraico, in mezzo a tante popolazioni importanti come i Babilonesi, i Fenici, gli Assiri, fosse fondamentale avere più figli cioè più popolazione possibile e dunque il “non disperdere il seme” fosse di-ventato una legge importantissima. Il con-testo ora è molto diverso. I rapporti sociali cambiano. Già in italiano la parola matrimonio ha a che fare troppo con patrimonio e per lungo tempo ha riguardato proprio accordi economici tra i nobili e la ricerca di sostentamento tra i poveri. Il matrimonio romantico è molto recente come idea ma è importantissimo. È su questa idea che dobbiamo discutere. Vi sono relazioni d’amore che chiedono a noi di essere benedette. Possiamo dire che ci so-no amori che valgono più di altri? Possiamo decidere noi quale relazione d’amore è voluta da Dio e quale no?
Una grossa preoccupazione è che l’allargamento del sacramento per tutti comporterebbe un isolamento a livello ecumenico. Io ritengo che la nostra Chiesa debba far sentire la propria voce e la propria specificità. Tanto, già l’ordinazione delle donne ci ha allontanato da cattolici e ortodossi eppure questo passo che preoccupava per gli stessi motivi i nostri vescovi, ora è ritenuto una ricchezza: siamo stati in grado di seguire lo Spirito nei segni dei tempi che ci venivano mostrati. E ciò è apprezzato anche al di fuori della nostra Chiesa.