Reagire alla situazione dei rifugiati afghani

Berna, 12 settembre 2021 – Comunicato stampa
Il Consiglio svizzero delle religioni (CSR) esprime la sua profonda preoccupazione per gli scontri politici che stanno interessando l’Afghanistan da qualche tempo. A Kabul, le evacuazioni aeree sono quasi finite, ma ora è scoppiata una crisi umanitaria di grandi proporzioni. Mentre i voli di evacuazione hanno salvato decine di migliaia di vite, chiunque sia costretto a fuggire dal proprio Paese affronta un traumatico senso di perdita. Le scene all’aeroporto di Kabul negli ultimi giorni, che mostrano il terrore e la disperazione di migliaia di afghani, hanno provocato una forte simpatia in tutto il mondo.
Ma una volta che queste immagini scompaiono dai nostri schermi, ci sono ancora milioni di rifugiati in viaggio verso i Paesi vicini dell’Afghanistan, Europa e Stati Uniti.
Di fronte a questa emergenza, non è il momento di cercare i responsabili dell’intera crisi in Afghanistan. Piuttosto, è il momento di fare passi concreti per alleviare questa angoscia. Con questo appello, il CSR esprime la sua solidarietà con la popolazione afghana e chiede in via prioritaria che gli Stati coinvolti nell’intervento in Afghanistan affermino con determinazione la validità universale dei diritti umani.

Il CSR esorta quindi tutti i governi a mostrare umanità di fronte a questa situazione, fornendo aiuti immediati, facilitando le partenze e garantendo l’accesso ai rifugiati. e la concessione dell’asilo. Siamo lieti di notare che il Consiglio federale ha reagito rapidamente alla crisi fornendo aiuti umanitari alla popolazione duramente colpita.
In linea con la lunga tradizione di ospitalità del nostro Paese, il Consiglio federale dovrebbe anche concedere il diritto di rimanere in Svizzera senza formalità eccessive ai cittadini afghani minacciati per le loro attività politiche, così come per le donne e le ragazze che si trovano sole sulla strada dell’esilio.
«Non abbiamo il diritto di guardare dall’altra parte», dice il vescovo Harald Rein, presidente del CSR; «milioni di afghani, tra cui molte donne, anziani e bambini, si trovano, senza colpa, in una situazione che prende sempre più la forma di una delle più gravi crisi umanitarie della storia recente. Pertanto, dovremmo tutti, indipendentemente dalla nostra religione e dal nostro background culturale unire i nostri sforzi per alleviare questa sofferenza».